mercoledì 7 aprile 2010

Per esempio un'idea sarebbe...

Ma si è mai visto un uomo ricco e potente, tanto da buttare in aria e acchiappare al volo come una frittata il futuro di una fabbrica grande come quella di Termini Imerese, un amministratore delegato di una multinazionale di auto che vanno a 1,340 euro al litro, dunque svenando i poveri consumatori, ma lo si è mai adocchiato seppure di striscio, nell'incubo più perverso del komunista più dissennato, frignare come ragazzina con la febbre e il ballo di San Vito? Ma che gli hanno fatto al povero lagnoso, lacrimifero, torrenzial-piangente uraganico lacrimoso Marchionne? Si sente offeso, aiuto, Sos, chiamiamo l'esercito di La Russa (ah no, il capo delle Forze Armate è Napolitano, La Russa è solo il vice, decisamente meno bravo), Marchionne piagnucola, gli hanno rubato la marmellata, hanno sparlato di lui al circolo del bridge bevendo il the coi pasticcini, e tutti i giornali gli danno il ciuccio, gli accendono il carillon, povero cocco, piangi, piangi, sfogati, che t'esalta la libertà di licenziare onde eroe ti premian i draghi alati ma spennati che in inferno ti ributteranno, o Marchionne? Il Geremia del capitalismo assistito e drogato dai capitali di stato viene a rognare nell'assemblea degli azionisti e che azione fa? Caragna come un maiale al macello: "C'è un tiro al bersaglio contro di noi!" ulula il povero coyote, "ci criticano i politici, i sindacati, e anche gli imprenditori!!!". Alto s'alza il lajo dolente del manager che chiuderà Termini Imerese. Li criticano sì: "Perché non tengono per niente conto dei grandi risultati ottenuti dall'azienda negli ultimi anni". Una pazzesca, incredibile, smisurata, sovrumana serie di crisi aziendali e valanghe incommensurabili di cassa integrazione hanno sommerso la Fiat fuoruscendo come un fiume in piena, un alluvione che altro che il Po in piena o l'uragano Katrina e arriva Geremia Marchionne profeta del soldo bucato che proclama che soldi dello stato non ne vede non ci vive con tai danai, ma cosa? Esso impazza solo all'estero, aumenta la quota Fiat in Chrysler, e che fa? Prende a calci la povera triste Italia, la fabbrica siciliana per la quale dice di essersi cavato il sangue, ma è chiaro: è lui la vittima, piange, piange come un vitellino cui hanno sequestrato la vacca madre. Una vergogna. E quello lì è il portabandiera dell'imprenditoria italiana nel pianeta Terra, un pianeta che veramente non ne può più!!!!!!!!! (da Inferno capitalista)

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